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La lingua
La lingua parlata dagli arbëreshë è l'arbërisht, varietà antica del tosco (toskë), dialetto meridionale dell'albanese. In qualche centro è misto con inflessioni tratte dal ghego (gegë), il dialetto parlato nel nord dell'Albania, con il greco antico e con contaminazioni con i dialetti meridionali sviluppatesi durante la permanenza in Italia. Quella arbëreshe appartiene al gruppo di minoranze di antico insediamento che hanno poca contiguità territoriale con il ceppo d'origine; è, infatti, una vera isola linguistica di antica tradizione, che ha tramandato, attraverso i secoli, e perlopiù oralmente, il patrimonio linguistico, culturale e religioso. Oggi, anche se la lingua contemporanea standard d'Albania si basa quasi esclusivamente sulla parlata meridionale, il dialetto tosco (a causa dell'azione del dittatore Enver Hoxha, nativo di Argirocastro), l'arbërisht è di non immediata comprensione per un madrelingua albanese d'Albania, per i differenti accenti e inflessioni, ma comunque v'è una discreta mutua intelligibilità.
In generale si ritiene che il livello di intercomprensione linguistica tra gli Arbëreshë d'Italia e gli Albanesi dei Balcani sia discreto. Si stima che il 45% dei vocaboli arbëresh siano in comune con la lingua albanese attuale d'Albania, e che un altro 15% sia rappresentato da neologimi creati da scrittori italo-albanesi e poi passati nella lingua comune; il resto è frutto di contaminazione con l'italiano ma soprattutto con i dialetti delle singole realtà locali del sud Italia. Una delle caratteristiche peculiari della lingua arbëreshe è la mancanza di vocaboli per la denominazione di concetti astratti, sostituiti nel corso dei secoli da perifrasi o da prestiti dalla lingua italiana, e in maniera minore, da grecismi ed esotismi in genere. Le parlate arbëreshe, pur mantenendo nella loro struttura fonetica, morfosintattica e lessicale tratti comuni, registrano variazioni consistenti da paese a paese. La frammentazione territoriale ha naturalmente inciso sulla tipologia linguistica e sulle socio-linguistiche delle comunità arbëreshë, anche per i contatti, se pur rari in passato, con diverse varietà dialettali italoromanze, introducendo così elementi di prestito diversificati da una località all'altra.
Non esiste una struttura ufficiale politica, culturale e amministrativa che rappresenti le comunità arbëreshë. È da rilevare il ruolo di coordinamento istituzionale svolto in questi anni dalle singole province del meridione italiano con la presenza arbëreshë, in primis quelle di Cosenza e Palermo, che hanno creato appositi Assessorati alle Minoranze Linguistiche. La lingua arbëreshe dal 1999 è pienamente riconosciuta dallo Stato Italiano come "lingua di minoranza etnica e linguistica", particolarmente nell'ambito delle amministrazioni locali e nelle scuole dell'obbligo. Recentemente è influenzata in modo notevole dai dialetti locali e dal lessico italiano. Alcune associazioni la tutelano e la valorizzano attraverso radio private e riviste locali. Gli statuti regionali di Molise, Basilicata, Calabria e Sicilia fanno riferimento alla lingua e alla tradizione greco-albanese, tramite il suo studio anche nelle sedi scolastiche ed universitarie, ciononostante gli Arbëreshë continuano ad avvertire la propria sopravvivenza culturale minacciata.
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